Episodi brevi che raccontano l’Islam e i musulmani in Italia.
Video lezioni sui significati della nostra religione nella vita reale del nostro paese: la dottrina base dell’Islam, i comportamenti leciti, i significati delle parole in italiano, ciò che è sconsigliato fare. La Sunnah applicabile in una società non musulmana come quella italiana.
L' 'Aqidah 2p
Testo:
L’ ‘Aqidah
اَلْحَمْدُ لِلّٰهِ رَبِّ الْعَالَمِينَ
وَالْعَاقِبَةُ لِلْمُتَّقِينَ
وَالصَّلَاةُ وَالسَّلَامُ عَلٰى رَسُولِهِ الْكَرِيم
Lode a Iddio il Signore dei mondi
I giusti lo temono e lo lodano fino alla fine dei tempi
Le nostre preghiere e la pace di Iddio siano sul nobile Profeta.
السلام عليكم ورحمة الله
Ben trovati a voi, أهلا بكم nell’angolo della conoscenza.
In questa seconda parte del video dedicata all’Aqìdah, cerco di scendere più in profondità sui sei pilastri della fede che ne definiscono il credo.
Questi pilastri sono enunciati anche nel Corano, eccone alcuni versetti:
Surat AnNisa, versetto 136: < Credenti, credete in Iddio, nel Suo Messaggero, nel Libro che ha rivelato al suo Messaggero e nel Libro che ha fatto scendere prima. Chi non crede in Iddio, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri, nei Suoi messaggeri e nel Giorno ultimo devia d’una devianza lontana >.
Surat AlBaqarah, versetto 177: <… Devoto è che crede in Iddio, nel Giorno ultimo, negli angeli, nel Libro e nei profeti, …>
Il profeta Muhammad, Iddio lo benedica, in un hadith riportato da Abu Hurairah, considera la fede e il credo con molte sfaccettature, ma quella più importante è l’unicità di Iddio, l’hadith narra: < Il Messaggero di Iddio, pace e benedizioni siano su di lui, disse: “La fede ha più di settanta rami o più di sessanta rami, la più eccellente delle quali è la dichiarazione che non c’è dio all’infuori di Iddio e la più umile delle quali è la rimozione di ciò che è dannoso dal sentiero; e la modestia è un ramo della fede” >.
Dimostrazione dell’importanza dell’Aqìdah nella vita di un mussulmano.
Procedo ora, al chiarimento, sia pur breve, sui sei pilastri dell’Aqìdah.
Il primo pilastro è quello di avere fede in Iddio, l’unico dio da adorare e da pregare a cui gli viene dedicato il culto assoluto senza eguali. Questo viene detto in arabo: tawhid (التوحيد). Credere in un solo Iddio, nei suoi attributi e riconoscerli la Signoria per ogni cosa creata.
Chiunque descriva Iddio come simile in qualche modo ad un essere o ad una cosa da Lui creata, immediatamente cade nell’infedeltà e nell’associamento, che è il peccato che Iddio non perdona.
Il secondo pilastro è credere negli angeli, creati da Iddio l’Assoluto e che sono a Lui soggetti per ogni cosa che essi facciano. Essi in arabo sono chiamati malaiyka (الملائكة). Gli angeli sono esseri luminosi creati da Iddio dalla luce; eseguono i Suoi comandi senza mai chiedersi il perché o obbiettando o avere un minimo dubbio su ciò che fanno.
Il terzo pilastro è quello di credere nei libri inviati da Iddio agli uomini sotto la loro forma originaria, senza che nessuno sia meno importante dei precedenti o successivi: il Corano, la Torah, il Nuovo Testamento, il Vangelo e gli altri libri, tra cui anche quelli che si sono persi, hanno eguale valore. La credenza però sta nei libri originali e non in quelli modificati come è accaduto ai libri precedenti al Corano. Esso infatti, su quelli attuali, è l’unico che non ha subìto cambiamenti e a cui bisogna affidarsi ciecamente. Questo pilastro viene detto quello dei libri, ossia kutub (الكتب) in arabo.
L’altro pilastro dell’Aqìdah è credere in tutti i Messaggeri a partire da Adam e finendo con Muhammad, compresi i più di 127mila che noi non conosciamo. Pilastro detto in arabo rusul (الرسل).
Il quinto pilastro è di credere fermamente nel Giorno del giudizio, nella Resurrezione dove saremo giudicati per i nostri servigi o peccati fatti in questa vita. Sapremo se meriteremo di vivere nel Paradiso o nell’Inferno anche se per breve periodo. Giorno detto yawm aldiyni o yawm alqiama (يوم الدين، يا يوم القيامة).
L’ultimo pilastro del credo musulmano è quello del destino, credere nel destino che Iddio ci ha assegnato qualunque esso sia e sopportarne con pazienza ogni direzione presa, esso è detto qadar (القدر). Questo pilastro impone al credente di avere fede nel destino già creato da Iddio prima della nostra nascita.
Il destino è già stato scritto per l’uomo da Iddio l’Onnipotente, con il qalamo sulla tavola del destino e solo Lui, il Supremo, ne conosce il testo. All’uomo spetta solo il percorso da compiere: il libero arbitrio. Grazie a questa concessione dataci da Iddio, spetta a noi di decidere come arrivare al destino che Iddio ha già prefissato. Da questo percorso dipende il risultato che avremo nel Giorno del giudizio.
Questi princìpi sono di fondamentale importanza per il credente, l’Aqìdah corretta fornisce una visione del mondo completa, che guida le azioni e le decisioni dei credenti e li unisce con una forza vincolante in una comunità che oltrepassa i confini geografici, culturali ed etnici.
Nelle scienze islamiche, l’Aqìdah è studiata insieme alla giurisprudenza, il Fiqh, che si occupa delle azioni esteriori dell’adorazione e della vita quotidiana; l’Aqìdah è studiata insieme alla spiritualità dell’Islàm, il Tasawwuf, che si concentra sulla purificazione del cuore. Mentre il credo, ossia l’Aqìdah, si occupa della corretta comprensione di Iddio, dei Suoi Messaggeri e degli aspetti invisibili della creazione.
Insieme, questi tre rami della conoscenza mirano a perfezionare la fede, la pratica e il carattere di un mussulmano.
Le benedizioni di Iddio siano su di voi che avete avuto la pazienza nell’ascoltarmi, il bene sia con chiunque cerchi di portare la conoscenza all’umanità, la protezione del Creatore dei mondi sia con tutti i cercatori di pace.
Iddio, il Misericorde purifichi i nostri cuori, ci guidi sulla strada del Paradiso, e perdoni i nostri peccati.
Iddio l’Assoluto, il Magnifico, il più Grande aiuti la ummah che soffre, aiuti i musulmani in difficoltà, liberi la Palestina dagli oppressori e ridia la terra che i violenti e i prevaricatori hanno sottratto alle popolazioni palestinesi. Allontani dai nostri fratelli palestinesi gli ipocriti e i bugiardi che non sostengono la loro libertà. Amiin.
Ringrazio voi tutti dell’attenzione, se il video vi è piaciuto sostenetemi, seguitemi, condividete, cresceremo insieme.
Grazie!
السلام عليكم ورحمة الله
في أمان الله
L' 'Aqidah 1p
Testo:
L’ ‘Aqidah
اَلْحَمْدُ لِلّٰهِ رَبِّ الْعَالَمِينَ
وَالْعَاقِبَةُ لِلْمُتَّقِينَ
وَالصَّلَاةُ وَالسَّلَامُ عَلٰى رَسُولِهِ الْكَرِيم
Lode a Iddio il Signore dei mondi
I giusti lo temono e lo lodano fino alla fine dei tempi
Le nostre preghiere e la pace di Iddio siano sul nobile Profeta.
السلام عليكم ورحمة الله
Ben trovati a voi, مرحبا بكم nell’angolo di conoscenza.
Con il permesso di Iddio, l’Onnisciente, seguendo le leggi e gli esempi del profeta Muhammad, che Iddio lo benedica, con l’insegnamento datomi dal Mufti Muhammad ‘Umar e il suo permesso, cerco in questi video di portare più chiarimenti possibili per noi italiani sulla nostra fede.
Grazie a Iddio, ho registrato alcuni video su questo canale, dove esprimo alcuni concetti riguardanti la religione musulmana in un linguaggio più semplice per noi italiani. Ho cercato di far comprendere la possibile reale traduzione di Allah in italiano, i suoi attributi maggiori e il termine Islàm; ho raccontato il significato e la reale posizione delle figure religiose nella nostra fede, che spesso in Italia vengono confuse con quelle del clero.
Oggi continuo a chiarire alcuni termini che spesso noi musulmani sentiamo nominare in arabo e di cui non ne conosciamo il significato o, nei migliori di casi, sappiamo di cosa stiamo parlando ma il termine corretto in italiano non lo abbiamo presente.
La parola di cui oggi cercherò, nella mia piccola e minima conoscenza che sto ottenendo grazie a Iddio, è: ‘Aqìdah.
Prima di iniziare, vorrei ricordare a tutti i musulmani italiani, anche a coloro che non lo sono, che la conoscenza appartiene a Iddio e a Lui noi dobbiamo il nostro ringraziamento per averla ricevuta, nonostante è un obbligo per i musulmani stessi avvicinarsi il più possibile ad essa, secondo le proprie capacità e tempi. Non affrettare e non esagerare nel farlo, perché potremmo trovarci ad avere informazioni che non sapremo poi decifrare e potrebbero portarci nell’errore, o ancora peggio nella miscredenza. Qui ho messo un link ad un podcast dove parlo ampiamente della conoscenza concepita dall’Islàm.
Doveroso accennare a questo, ritorno all’obbiettivo odierno che è quello di far conoscere il significato della parola ‘Aqìdah e della sua applicazione nella nostra fede.
Il termine deriva dalla radice “ع-ق-د”, che significa contratto, legare, stringere un nodo, fissare saldamente.
Strettamente alla religione, il termine si riferisce a una convinzione salda che risiede nel cuore e su cui si basano le azioni e il comportamento di una persona. Insieme di significati che ci riportano alla fede.
Nella dottrina islamica, ‘Aqìdah comprende i princìpi fondamentali e gli articoli di fede che sono 6:
1-Fede in Iddio.
2-Credere negli angeli.
3-Credere nei profeti.
4-Credere nei libri rivelati.
5-Fede nel Giorno del Giudizio.
6-Fede nel Decreto Divino.
Prendono il nome di “أركان الإيمان”, traslitterati “Arkan alIman”, ossia traduzione letteraria: “Pilastri della Fede”. Vengono definiti anche articoli o postulati della fede o religione.
Questi sono stati menzionati nel Corano: < Il Messaggero ha creduto in ciò che gli è stato rivelato da parte del Signore. Come i credenti: tutti hanno creduto in Iddio nei Suoi angeli, nei Suoi Libri e nei Suoi profeti: “Noi non facciamo differenza alcuna fra i Suoi profeti”. E hanno detto: “Abbiamo ascoltato e abbiamo obbedito. Signore perdona, verso di Te il divenire.” >
Vi è anche un hadith importantissimo sulla questione dell’importanza della fede e della credenza, che narra del Profeta e dell’arcangelo Gabriele. Si trova tra le raccolte più importanti di ahadith:
< ‘Umar ibn alKhattab ha riferito: eravamo seduti un giorno con il Messaggero di Iddio, pace e benedizioni su di lui, ed è apparse un uomo con abiti bianchissimi e capelli neri. Non c’erano segni di viaggio su di lui e noi non lo abbiamo riconosciuto uno dei nostri.
Si è seduto di fronte al Profeta, ha appoggiato le ginocchia di fronte le sue ginocchia e ha messo le mani sulle sue cosce. L’uomo ha detto: “O Muhammad, parlami dell’Islam”. Il Profeta ha risposto: “L’Islam è testimoniare che non c’è altro dio che Iddio e Muhammad è il Messaggero di Iddio, stabilire la preghiera, fare la carità, digiunare il mese di Ramadan e compiere il pellegrinaggio alla Kaaba se è possibile”.
L’uomo gli rispose: “Hai parlato sinceramente”.
Noi siamo rimasti sorpresi che glielo abbia chiesto e abbia detto che era sincero.
Poi lui gli ha chiesto: “Parlami della fede”. Il Profeta rispose: “La fede è credere in Iddio, nei Suoi angeli, nei Suoi Libri, nei Suoi Messaggeri, nell’Ultimo Giorno e credere nella provvidenza, nel suo bene e nel suo male”.
L’uomo rispose al Profeta: “Hai parlato sinceramente. Parlami dell’eccellenza”. Il Profeta disse: “L’eccellenza è adorare Iddio come se Lo vedessi, perché se non Lo vedi, Lui sicuramente vede te”.
L’uomo continuò: “Parlami della fine dei tempi”. E il Profeta rispose: “Colui a cui è stato chiesto non sa più di colui che chiede”.
L’uomo continuò a chiedere: “Parlami dei suoi segni”. E il Profeta rispose: “La schiava darà alla luce la sua padrona e vedrai pastori scalzi, nudi e dipendenti competere nella costruzione di alti edifici”.
Poi, l’uomo se ne andò. Il Profeta mi chiese: “O ‘Umar, sai chi era?” Dissi: “Iddio e il Suo Messaggero lo sanno meglio”. Il Profeta mi rispose: “In verità, era Gabriele che è venuto per insegnarti la tua religione”. >
In questo hadith i due parlano dei fondamentali dell’Islam, tra cui i sei articoli o postulati della religione che insieme formano tutta l’ ‘Aqìdah che un musulmano deve rispettare e adottare.
Il termine ‘Aqìdah può essere tradotto come il credo nell’Islàm e la fede nell’Islàm, essa è la fondamentale pietra angolare per un musulmano, e deve aderirvi e comprenderne il significato, perché svolge un ruolo cruciale nella comprensione con Iddio, fornendogli le regole essenziali per relazionarsi con Lui e ne spiega la visione del mondo e lo scopo della vita.
L’ ‘Aqìdah insegna la corretta adorazione e le azioni buone da compiere per seguire l’Islàm, come accettare e seguire l’unicità di Iddio in tutte le sue forme e attributi.
Dà la possibilità al musulmano di seguire la via per salvarsi fornendo una visione del mondo completa aiutandolo a comportarsi secondo i precetti dell’Islàm.
Con l’accettazione dell’ ‘Aqìdah, il musulmano fa parte di tutta l’intera comunità che come lui ha acconsentito al credo nella fede, appagandolo nel senso di sicurezza che solo tutta la comunità unita può dare.
L’importanza dell’ ‘Aqìdah nell’Islam è multiforme. Non solo definisce la relazione di un musulmano con Iddio, ma modella anche la sua interazione con il mondo che lo circonda. In quanto tale, cercare la conoscenza nell’ ‘Aqìdah e sforzarsi di perfezionare la propria fede è un obbligo costante per ogni musulmano per tutta la vita.
Ringrazio voi tutti dell’attenzione, se il video vi è piaciuto sostenetemi, seguitemi, condividete, cresceremo insieme.
Grazie!
السلام عليكم ورحمة الله
في أمان الله
Le figure religiose nell'Islàm
Testo:
Le figure religiose nell’Islàm
اَلْحَمْدُ لِلّٰهِ رَبِّ الْعَالَمِينَ
وَالْعَاقِبَةُ لِلْمُتَّقِينَ
وَالصَّلَاةُ وَالسَّلَامُ عَلٰى رَسُولِهِ الْكَرِيم
Lode a Iddio il Signore dei mondi
I giusti lo temono e lo lodano fino alla fine dei tempi
Le nostre preghiere e la pace di Iddio siano sul nobile Profeta.
السلام عليكم ورحمة الله
Ben trovati a voi, مرحبا بكم nell’angolo di conoscenza.
È un argomento in Italia molto controverso, il quale non aiuta alla comprensione dell’Islàm anche da parte di molti musulmani.
Nel nostro paese, gli italiani non musulmani sono abituati a distinguere le figure religiose in varie categorie, dando loro importanza gerarchica ad iniziare dal sacerdote e finire al Papa.
Queste figure, tutte, hanno la prerogativa di esporre in riguardo alla teologia, poter essere una rappresentanza dei cittadini ed intermediari dei fedeli con lo Stato. Per gli italiani, in poche parole, i preti, come i Papi, possono tranquillamente rappresentare la comunità e discorrere di fede.
Per molti di questi, vuoi mancanza di conoscenza, vuoi incapacità di comprendere le cose oltre il giardino di casa, vuoi la completa vuotezza intellettiva per capire gli altri, nelle altre religioni funziona allo stesso modo.
Perciò per loro, è normale che un imam possa discutere di fede, rappresentare la comunità e farsi tramite con lo Stato. Cosa che è completamente errata nella nostra fede.
Innanzi tutto, nell’Islàm l’imam non è per nulla la figura che qui in Italia, gli italiani e purtroppo molti musulmani, hanno inteso che fosse.
Per quello detto poc’anzi, agli italiani non musulmani vorrei dire di ascoltare quello che dirò per comprendere, mentre ai musulmani, che continuano a confondere e mischiare credenze italico – cristiane, con l’Islàm, consiglierei di fare molta attenzione a questo video per non cadere in contraddizione con la parola del Profeta Muhammad e delle direttive di Iddio. Se non credete alle mie parole, nessuno vi vieta di aprire un manuale di teologia musulmana e leggere bene in riguardo alla figura dell’imam.
Per conoscenza e confronto, l’insieme delle figure cattoliche, formano il così detto clero, ossia: il complesso delle persone che appartengono all’ordine sacerdotale cristiano. Il termine può indicare anche la totalità degli ecclesiastici come il diaconato, il presbiterato e l’episcopato, cioè tutti coloro che hanno ricevuto il sacramento dell’ordine e hanno il permesso di esercitare nella funzione dello svolgere la messa. Per conoscenza, non sono clerici i monaci e le suore.
Nell’Islàm la figura dell’imam è ben definita, sia in quello shiita, dove oltre a essere una autorità religiosa e infallibile, è anche il capo politico della comunità che rappresenta. Per gli shiiti gli imam sono scelti da Iddio.
Mentre per i sunniti, l’imam è solo colui che guida la preghiera anche quando vi sono solo due persone ed uno di essi si pone avanti all’altro per dirigerne i movimenti.
L’imam, quindi, non può dichiararsi il leader della comunità e tanto meno rappresentarla. Egli può solo servire la comunità all’interno della sua masjid o musalla e solo come religioso che guida la preghiera. Nulla più.
Fatta questa distinzione, in generale nell’Islàm non è ammesso né riconosciuto un clero e tanto meno gerarchie tra gli uomini che possono parlare e discutere di fede. I musulmani credono che non vi possa essere un intermediario tra Iddio e le sue creature. Non è assolutamente ammessa la figura del sacerdote.
Oltre agli imam, neanche gli ʿulama, possono identificarsi con una delle figure del clero, nonostante essi siano dei conoscitori dell’interpretazione del Corano e possono discutere di religione anche al di fuori delle sedi teologiche.
Mentre la figura del Mufti, che è l’elemento massimo della conoscenza nell’Islam, in quanto oltre ad avere la conoscenza dell’interpretazione del Corano, l’interpretazione degli ahadith, la conoscenza della dottrina e della giurisprudenza musulmana, può emettere sentenze giuridiche che riguardano la vita di un musulmano in ambito religioso e possono dare un giudizio sulla lecita delle leggi civili emanate da tribunali e corti statali, può assolvere ad una parte della figure appartenenti al clero, come esporre e discutere di fede, dare consigli e giudizi e guidare la comunità, non rappresentarla e soprattutto non raffigurarsi come l’interposizione tra uomo e Iddio.
Di quasi simile livello ai Mufti sono i Qadi, i giudici della sharia’ah. Essi possono dare giudizi e guidare la comunità nell’ambito civile con le applicazioni della religione. Storicamente, erano di nomina governativa e chiamati a giudicare in base alle norme religiose che, un tempo, caratterizzavano le società musulmane. Ora sono degli specialisti in una particolare branca della dottrina e sono d’aiuto ai Mufti e agli ‘ulama nel loro lavoro, ma non si possono assolutamente paragonare al clero.
Nell’Islàm ogni figura ha le sue caratteristiche peculiari e mai tutte insieme sono portate da una singola figura religiosa, in modo che il potere è ben suddiviso e non ci possano essere dei soprusi dell’uno sull’altra. Vero è che i Mufti nella scala della conoscenza sono il livello più alto, ma non possono essere definiti come rappresentanti della comunità o interporsi tra Iddio e le sue creature.
L’unico che può avere tutti questi poteri della conoscenza religiosa e può essere definito come rappresentante dell’intera comunità dei musulmani è il Khalifa, il Califfo. Ma attenzione, anche lui ha un limite, non può essere l’intermediario tra Iddio e le sue creature.
Per questo motivo, che è il principale, non vi è niente e nessuno nell’Islàm che può minimamente assomigliare ad un componente del clero.
Per questo, ripeto, non continuate a pensare che gli imam o simili, possano lontanamente essere paragonati ai sacerdoti e alti prelati, dando loro quell’importanza che non hanno.
Per più approfondimenti sulla figura dell’Imam, sul mio canale YouTube Raffaello Villani, vi è un intero video dedicato a questa questione. Se invece volete un video esclusivo su ogni figura della nostra fede, fatemelo sapere nei commenti.
Ringrazio voi tutti dell’attenzione, se il video vi è piaciuto sostenetemi, seguitemi, condividete, cresceremo insieme.
Grazie!
السلام عليكم ورحمة الله
في أمان الله
Il Misericordioso ArRahman, il Misericorde ArRahim
Testo:
Il Misericordioso ArRahman, il Misericorde ArRahim
اَلْحَمْدُ لِلّٰهِ رَبِّ الْعَالَمِينَ
وَالْعَاقِبَةُ لِلْمُتَّقِينَ
وَالصَّلَاةُ وَالسَّلَامُ عَلٰى رَسُولِهِ الْكَرِيم
Lode a Iddio il Signore dei mondi
I giusti lo temono e lo lodano fino alla fine dei tempi
Le nostre preghiere e la pace di Iddio siano sul nobile Profeta.
السلام عليكم ورحمة الله
Ben trovati a voi, مرحبا بكم nell’angolo di conoscenza.
Cercherò in questo video di approfondire meglio il significato di Misericordioso ٱلرَّحْمَٰنِ, e Il Misericorde ٱلرَّحِيم, due dei 99 nomi di Iddio a Lui solo attribuibili.
I due vocaboli derivano dalla radice ر ح م. Unendo le tre lettere che la compongono, si ottiene “rahima رحمه”, ossia “grembo”, significato che da l’assoluto valore ai vocaboli che ne derivano, perché dal grembo tutta l’umanità, tutte le creature esistenti, hanno ottenuto la vita, l’esistenza.
Il Misericordioso ٱلرَّحْمَٰنِ è una qualità che abbraccia tutti i tipi di misericordia e può essere attribuita a nessun altro se non a Iddio. Indica il Possessore della Misericordia, nella quale Egli non ha simili, non ha eguali in tutta la sua Creazione, su questo universo come nell’aldilà. In tutti i mondi conosciuti e sconosciuti da Lui creati.
Questo nome indica anche Colui che vuole la bontà, l’amore, la prosperità per tutte le sue creature, Lui è l’unico gentile e amorevole verso tutti indistintamente e senza tempo, senza inizio e fine.
Questo nome può essere solo per Lui, nessuno può essere pari e portarlo, se non con l’aggiunta del suffisso che fa della persona un suo prosternato.
Il Misericorde ٱلرَّحِيمِ è il nome dato a Iddio ed indica colui che agisce con estrema gentilezza, che usa la Misericordia per le sue azioni. Il nome può essere usato anche per gli uomini, infatti il Profeta Muhammad nel Corano viene chiamato con questo vocabolo.
Si riferisce al sostegno infinito che Iddio dà ai suoi credenti e a chi Egli vuole; il Misericordioso è l’avere pietà per gli altri, Il Misericorde è Colui che dona il sentire nel proprio cuore ed esistenza la Sua misericordia, che è un beneficio per ogni credente perché lo induce a riflettere sulla propria capacità di essere misericordioso verso gli altri.
Ringrazio voi tutti dell’attenzione, se il video vi è piaciuto sostenetemi, seguitemi, condividete, cresceremo insieme.
Grazie!
السلام عليكم ورحمة الله
في أمان الله
I nomi di Iddio: il Misericordioso, il Misericorde
Testo:
I nomi di Iddio; il Misericordioso il Misericorde
اَلْحَمْدُ لِلّٰهِ رَبِّ الْعَالَمِينَ
وَالْعَاقِبَةُ لِلْمُتَّقِينَ
وَالصَّلَاةُ وَالسَّلَامُ عَلٰى رَسُولِهِ الْكَرِيم
Lode a Iddio il Signore dei mondi
I giusti lo temono e lo lodano fino alla fine dei tempi
Le nostre preghiere e la pace di Iddio siano sul nobile Profeta.
السلام عليكم ورحمة الله
Ben trovati a voi, مرحبا بكم nell’angolo di conoscenza.
Molti si chiedono perché uso l’italiano al posto dell’arabo in ogni termine quando parlo di religione? La risposta è semplice, per avere la semplicità del linguaggio dove vivo e un contatto diretto con voi e con tutti coloro che l’arabo non lo conoscono e vogliono avere informazioni sull’Islàm.
Uso la lingua italiana perché è quella che tutti parliamo in Italia compresi i musulmani nati nel nostro paese. Per arrivare meglio a tutti come conoscenza e far comprendere i termini esatti da usare quando si parla di religione. Vero è che l’arabo è importante per chi vuole studiare l’Islàm, ma non tutti ne hanno la comprensione, ma è anche vero che il suo messaggio deve essere per tutti, soprattutto per i non arabofoni.
Tra l’altro ricordo, a coloro che sicuramente contesteranno, che nessuno ha mai detto che l’unica lingua per far conoscere e spiegare l’Islàm è l’arabo.
Verissimo che l’arabo è la lingua del Qur’an (Corano), la lingua perfetta che dà il significato esatto dei versetti e delle singole parole del Libro Sacro, che tradotte ne pèrdono il senso reale, ma agli inizi, per chi non ha le possibilità di imparare l’arabo e per ora, per comprenderne meglio le basi è d’obbligo l’italiano.
Spesso prendiamo le nostre conoscenze dall’inglese, visto che in italiano non vi è una grande letteratura in riguardo, ma l’uso dell’inglese fa perdere il reale significato dell’arabo, basti pensare che l’arabo ha più di sei milioni di termini, mentre l’Italiano ne ha circa la metà e l’inglese non arriva a tre quarti di un milione. L’uso dell’inglese fa perdere la realtà dei significati.
Per avere più comprensione possiamo comparare l’arabo al latino, la lingua madre dell’italiano, che si avvicina moltissimo alla lingua del Corano, quindi, sarebbe meglio usarlo come passaggio in più dall’arabo all’italiano.
Voglio ricordare, che l’arabo per il marocchino, il tunisino, l’egiziano, il palestinese, l’iraqeno è come il latino per noi italiani, o per i francesi, o per gli spagnoli e per i romanci. In che senso? La lingua madre per le popolazioni nominate prima, è l’arabo, la lingua madre per le popolazioni nominate dopo, è il latino.
Questo per dirvi che spesso quando dall’arabo non si ha un chiaro significato, usare la comparazione con il latino può essere d’aiuto, anche perché le regole grammaticali della lingua degli antichi romani ha molte similitudini con quella della grammatica araba.
Un esempio di quello che ho detto sono i due nomi più frequenti e più importanti che il Corano menziona per Iddio, Allah, ossia ٱلرَّحْمَٰنِ ٱلرَّحِيمِ.
Il significato di questi nomi è riconducibile alla completa misericordia che Iddio ha per le sue creature e per il creato. Entrambi i nomi provengono dalla radice “ ر ح م ” che significa avere misericordia, pietà, amore. I nomi teologicamente hanno uno specifico significato: ٱلرَّحِيمِ è la misericordia per le sue creature, e ٱلرَّحْمَٰنِ per tutto il creato.
Usando queste definizioni e comparandole con le stesse definizioni del latino abbiamo che ٱلرَّحْمَٰنِ può essere tradotto con Misericordioso, mentre ٱلرَّحِيمِ con Misericorde.
Possiamo dire, nel nome di Iddio il Misericordioso il Misericorde.
Se Iddio vuole in altri video approfondirò meglio ogni singolo di questi due bellissimi nomi attribuibili solo a Lui: il Misericordioso e il Misericorde.
Ringrazio voi tutti dell’attenzione, se il video vi è piaciuto sostenetemi, seguitemi, condividete, cresceremo insieme.
Grazie!
السلام عليكم ورحمة الله
في أمان الله
Traduzione del termine Allah in italiano
Testo:
La traduzione di Allah in italiano
اَلْحَمْدُ لِلّٰهِ رَبِّ الْعَالَمِينَ
وَالْعَاقِبَةُ لِلْمُتَّقِينَ
وَالصَّلَاةُ وَالسَّلَامُ عَلٰى رَسُولِهِ الْكَرِيم
Lode a Iddio il Signore dei mondi
I giusti lo temono e lo lodano fino alla fine dei tempi
Le nostre preghiere e la pace di Iddio siano sul nobile Profeta.
السلام عليكم ورحمة الله
Ben trovati a voi, (مرحبا بكم mahraban bikum) nell’angolo di conoscenza.
Oggi vorrei parlarvi dell’esatta traduzione in italiano della parola الله, che normalmente tutti usano farlo con il termine “Dio”.
Non c’è nulla di sbagliato, in questo si può tranquillamente continuare ad usare questa parola, ma per essere precisi e dare il giusto valore anche in italiano al vero significato del termine الله è più consigliabile tradurla con Iddio.
L’arabo è una lingua che ha più di 6 milioni di vocaboli e tantissimi dei quali identificano una ed una cosa sola, che può essere semplicemente il termine usato per quell’oggetto o nome, o si può indicare un azione, un luogo in particolare e via discorrendo.
Tra l’altro è un linguaggio che ha ben la distinzione tra uomo e donna, maschile e femminile, persona vicina o lontana o anche una due o più persone. Quindi è un linguaggio come già detto abbastanza vasto e molto preciso nell’indicare qualcosa di univoco.
Il termine الله è composto da due parole, dall’articolo ال “il” è dal sostantivo إله che vuol dire “dio”. Quindi sarebbe letteralmente “il dio”. Perché questo? Nell’Islam è di fondamentale importanza la unicità di Iddio. Egli è Uno, Uno solo, non possono essercene altri.
Grammaticamente per indicare una cosa ben specifica la lingua araba vuole l’articolo determinativo davanti, cioè, determina quella cosa, quel nome. Se devo invece identificare un qualcosa senza specificarla, la grammatica araba usa mettere la desinenza finale “un”, la così detta nunazione o tanwin in arabo. In questo modo, l’articolo indeterminativo viene sostituito dalla nunanzione.
Detto questo applicando le stesse regole, si ha in italiano che la parola che identifica il Dio Unico, dovrebbe essere “Il Dio”. Seguendo le regole grammaticali dell’arabo, si ottiene l’articolo che specifica ال e il termine a cui vi è la specificazione إله. Unendoli, perché l’articolo determinativo si unisce nella grammatica araba alla parola a cui è riferito, si forma la parola الله, avremo “Il dio”, che nell’italiano corretto diventa Iddio.
In questo modo noi identifichiamo l’unicità anche nel nome. Non vi sarà mai nessuno che chiamerà iddio Giove, ma il dio Giove, proprio perché la parola Iddio identifica l’uno.
Naturalmente non vi ho esposto questo per convincere qualcuno ad usare una parola rispetto all’altra, il mio è solo uno specificare il significato del termine e sganciarci una volta per tutte dalle traduzioni inglesi che riguardano la nostra religione, che spesso non danno il giusto significato ai termini, perché l’inglese non ha una vasta gamma di parole da poter utilizzare e, spesso, semplicisticamente si traduce un significato univoco in qualcosa di simile, facendone perdere la realtà della lingua madre. D’altronde sono loro stessi che si vantano nel dire che il loro linguaggio è l’estrema sintesi e non si perde in arzigogoli fantasiosi.
Ringrazio voi tutti dell’attenzione, se il video vi è piaciuto sostenetemi, seguitemi, condividete, cresceremo insieme.
Grazie!
السلام عليكم ورحمة الله
في أمان الله
Significato di Islàm in italiano
Testo:
اَلْحَمْدُ لِلّٰهِ رَبِّ الْعَالَمِينَ
وَالْعَاقِبَةُ لِلْمُتَّقِينَ
وَالصَّلَاةُ وَالسَّلَامُ عَلٰى رَسُولِهِ الْكَرِيم
Lode a Iddio il Signore dei mondi
I giusti lo temono e lo lodano fino alla fine dei tempi
Le nostre preghiere e la pace di Iddio siano sul nobile Profeta.
السلام عليكم ورحمة الله
Ben trovati a voi, (مرحبا بكم mahraban bikum) nell’angolo di conoscenza.
Oggi, definiremo il termine Islàm, sempre cercando di essere il più vicino possibile al reale significato dell’arabo usando la nostra lingua, l’italiano.
Il termine Islàm (إسلام) deriva dalla parola Asslama che ha il significato di “abbandonarsi in modo incondizionato a Iddio”.
Proviene dall’infinito del verbo Salima (سليم), precisamente è una congiunzione causale del verbo Salima, che tradotto significa “essere al sicuro”. Nell’arabo il significato della radice spesso cambia nelle sfumature aggiungendo una desinenza o un suffisso. Per questi motivi troverete molte parole con la stessa base o radice centrale che variano di poco o si arricchiscono nel significato rispetto alla parola primordiale.
Queste modifiche in una lingua come l’inglese, come continuo a dirvi, non spesso vengono poste ben in evidenza. Anche perché l’inglese, nella sua letteratura, assume significati a seconda delle azioni che circondano quella parola scritta.
Per questi motivi grammaticali, non si ottiene il vero significato della parola, estrapolandone solo una singola traduzione, come accade per Islàm, il quale viene associato erroneamente a “sottomissione”.
Invece, come detto in principio e conoscendo ciò appena descritto, Islàm ha il suo reale significato in “abbandono completo e incondizionato verso Iddio”.
Questo porta a valorizzare il termine e richiede il rispetto per i “diritti di Iddio”, nel senso che, chi si abbandona alla protezione di qualcuno o qualcosa, deve di conseguenza rispettarne le sue leggi e le sue regole, di sua volontà. Quest’abbandono sono gli atti di culto dovuti, come la preghiera, il digiuno nel mese di Ramadan, l’elemosina etc.
Conoscendo questo, più che una sottomissione, vista con il significato usato nel nostro comune discorrere, che è spesso dispregiativo, non volontario, senza controllo e coercitivo, la traduzione di Islàm comunemente fatta non ha nulla a che fare con il suo reale significato. Chi accetta l’Islàm, si abbandona volontariamente, non viene costretto e tanto meno ne soffre per il suo gesto.
Come si vede, il valore e la considerazione poi, dell’insieme che ne viene fuori usando e indicando l’Islàm, cambia completamente. Ed è proprio questo quello che noi italiani abbiano l’obbligo da fare verso i nostri concittadini.
Essere chiari nei termini rispettandone la reale traduzione.
Tra l’atro, sempre dal verbo Salima, deriva la parola Salam (سلام), che significa pace, quindi, il completo abbandono di propria volontà rispettandone i diritti di Colui a cui ci doniamo, di consecutio si accosta all’altro significato del suo verbo che è pace.
Chiarita la traduzione, per le mie possibilità, ringraziando il mio maestro, Mufti Muhammad Umar, che mi segue e mi insegna la legge divina, cercherò di presentarvi il concetto di Islàm in via teologica.
In arabo la parola viene definita con maṣdar (مصدر – fonte) di IV forma con allungamento vocalico e accento tonico sulla seconda radicale, che trova il suo corrispondente proprio nel latino nella forma “nomen actionis”, ossia “nome nel designare l’azione che compie”.
Nel linguaggio religioso, invece, il concetto che esprime il termine Islàm è traducibile in questo: “entrare in uno stato di pace e sicurezza con Iddio attraverso l’abbandono e la resa a Lui”. Ne vedete che il significato, una volta ben studiato e tradotto cambia completamente rispetto a ciò che facilmente e erroneamente viene sempre detto nei talk, sui giornali e purtroppo anche nella letteratura musulmana tradotta in Italia, come nei post o nei vari live sui social e nelle varie musalle o centri islamici in Italia.
Continuando e dando una maggiore definizione del termine Islàm, nel Corano, talvolta assume la caratteristica di una qualità interiore del fedele: “Iddio apre il cuore all’Islàm a coloro che vuole guidare”.
Confermando ciò detto finora, chiedo a voi: “Chi si fa guidare, uno sottomesso anche senza la sua volontà, oppure qualcuno che si abbandona completamente?”
Il termine Islàm, oltre ad avere il significato di completo abbandono al volere di Iddio, è legato alla religione che il profeta Muhammad, Iddio lo abbia in gloria, ha completato rispettando e migliorando le precedenti nella verità; infatti, conclude la sua missione di predicatore con queste parole dette dal Signore dei mondi: “Oggi ho reso perfetta la vostra religione, Ho completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l’Islàm”.
Quindi Islàm, è sì abbandono al volere di Iddio, ma è anche l’accettazione completa e sincera della perfezione che Iddio ci ha donato sotto forma di religione.
Continuando a descriverne il significato, Islam, essendo l’accettazione dell’abbandono a Iddio per tutta la Sua creazione, non può essere riferito solo ad un unico tipo di persona, o ad un’unica tribù, o ad un unico ceppo etnico, ma bensì ad ogni cosa che Egli ha posto sulla terra, nell’acqua, nei cieli e nell’intero universo.
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Grazie!
السلام عليكم ورحمة الله
في أمان الله