Certificazione dell’Ijiaza
l’Ijiaza, cosa è? Molti mi hanno chiesto cosa indicasse questa parola, “Ijiaza”, anche purtroppo, molti musulmani. Questa è una pratica che riguarda la conoscenza, come essa veniva tramandata ai tempi dei primi secoli dell’Islam, dove l’allievo per imparare, seguiva il maestro non solo nelle sedi appropriate, che di solito erano i cortili delle masjid, ma…
l’Ijiaza, cosa è?
Molti mi hanno chiesto cosa indicasse questa parola, “Ijiaza”, anche purtroppo, molti musulmani.
Questa è una pratica che riguarda la conoscenza, come essa veniva tramandata ai tempi dei primi secoli dell’Islam, dove l’allievo per imparare, seguiva il maestro non solo nelle sedi appropriate, che di solito erano i cortili delle masjid, ma anche nella sua casa quando egli lo permetteva, nelle piazze quando egli si fermava a narrare di conoscenza alla folla.
L’esempio classico è quella della madrassa: dove il maestro insegnava a voce ai suoi scolari la scienza musulmana, con esempi di vita vissuta del Profeta Muhammad e di tutti gli altri sapienti succedutigli.
Cosa è l’Ijiaza?
Proviene dall’arabo: الإجازة che traslitterato può essere scritto come Ijiaza o Ijaza. Non vi è una ben specifica traslitterazione, come nelle maggior parte delle parole, perché vi è chi usa i numeretti, chi si rifà all’inglese traslitterato e chi ad altro. Importante è conoscerne il termine arabo e il suo significato.
Ijiaza può essere tradotto con le parole in italiano “autorizzazione” o “permesso” a compiere qualcosa. Nei contesti accademici e religiosi, essa è una licenza formale e/o un permesso concesso allo studente di insegnare o trasmettere la conoscenza ricevuta da parte del proprio maestro.
Grazie al mio maestro, il Mufti Muhammad Omar bin Muhammad Arif, direttore della consulta religiosa del Kashmir, ho ricevuto questa attestazione il giorno 22 ottobre del 2024.
Orgoglioso e fiero di poter ricevere tale riconoscimento, ringrazio il Mufti e soprattutto Iddio il Creatore, il Misericordioso, l’Eccelso che mi ha donato questo immenso regalo, sperando di poterne fare buon uso per me stesso, per la comunità e soprattutto per l’Islam.
DI seguito il documento originale in arabo e la copia in italiano.