Il peccato dell’adulterio nell’Islam
L’adulterio è considerato un grave peccato nell’Islam, come in tutte le religioni monoteiste abramitiche, dove inizialmente, i primi profeti, predicavano che esso era talmente grave, da colpevolizzare con pene che arrivavano sino alla morte, coloro che si macchiavano di questo atto. Con il passare dei profeti, la condanna è rimasta spesso la stessa, solo che,…
L’adulterio è considerato un grave peccato nell’Islam, come in tutte le religioni monoteiste abramitiche, dove inizialmente, i primi profeti, predicavano che esso era talmente grave, da colpevolizzare con pene che arrivavano sino alla morte, coloro che si macchiavano di questo atto.
Con il passare dei profeti, la condanna è rimasta spesso la stessa, solo che, nelle loro predicazioni, i messaggeri che avevano il dono della profezia iniziarono a mettere diversi paletti per accertarsi della veridicità dei testimoni e del peccato.
Non discuto delle altre religioni e delle conseguenze che la modernità ha portato a tali pene e peccati, cambiando in alcune il concetto di adulterio e il rispetto di tale legge religiosa da parte di molti, che ritengono di essere credenti e poi non seguono ciò che i testi sacri ordinano di compiere.
Sta di fatto che per l’Islam, accusare qualcuno di aver commesso “zina”, risulta difficile basandosi solo sulla parola del testimone. Innanzi tutto, devono essere da due a quattro, coloro che raccontano del peccato e devono essere ben sicuri con i minimi dettagli dell’accaduto. Tutto ripetuto a quattro giudici diversi e in tempi non vicini. Alla minima discrepanza il peccato cade e non è più considerato tale. In più, cosa fondamentale, il testimone per accusare di zina qualcuno, deve vedere l’atto vero e proprio ben chiaro e visibile, ossia deve vedere molto bene e distintamente l’organo maschile entrare nell’organo femminile.
Le supposizioni del vedo e non vedo, scorgere due che sono insieme, anche avvinghiati l’uno con l’altro, non porta automaticamente alla constatazione del gesto. Quindi, di conseguenza, accertarsi dell’atto, non è affatto semplice.
La certezza si ha quando gli accusati di loro spontanea, dichiarano di aver commesso adulterio. Altrimenti i due non potranno essere mai condannati.
Questo è ciò che dice la shari’ah, quindi chiunque semplifica o racconta falsità mistificando l’Islam, o non conosce la religione, oppure lo fa in mala fede. Non ha nessuna importanza che in un Paese così detto musulmano, viene applicata una determinata legge sull’adulterio che induce a punizioni anche gravi se essa non rispetta ciò che dice la shari’ah.
Non può essere messa a confronto con la legge del Corano e della Sunnah la legge emanata dagli uomini o spacciata per “islamica”, se non rispetta alla lettera ciò che è ben espresso negli ahadith del Profeta, riportati in maniera esaustiva nel libro di Imam Malik, come in tutti i libri e raccolte di ahadith.
Per questo motivo ho espresso, con il consenso del maestro Mufti Umar Muhammad, una giudizio basato sul fiqh malikita che ne delinea oggi, la veridicità dell’atto.
La sentenza è disponibile sulla pagina dedicata all’argomento o sul mio podcast.
Grazie a voi e che Iddio benedica la nostra ricerca di verità e saggezza, rendendo la Ummah migliore giorno per giorno.